Troppo nuovo! La newsletter sulla comunicazione dell'innovazione

Il mio lavoro è donare curiosità

Sono sempre stato quello che vuole andare dappertutto, provare tutto, incontrare tutti, leggere tutto, sapere tutto. Quale mestiere migliore di quello di creatore di esperienze culturali, per continuare a farlo tutta la vita?

All’inizio ho dovuto scegliere e mi sono laureato in una disciplina scientifica. Così ho cominciato aiutando gli altri a capire e dare un senso a quello che viene scoperto o inventato. Scienza e innovazione sono una palestra di comunicazione difficile. Non si smette mai di studiare, bisogna rendere non solo chiare ma anche attraenti cose molto complicate, spesso lontane dalla vita e dagli interessi delle persone. Per questo bisogna provarle tutte. Così, ho dovuto imparare a usare un po’ tutti i media: stampa, libri, televisione, radio, Internet, eventi, musei, mostre. Persino teatro.

Per questo in oltre trent’anni di attività non ho accumulato cariche – quelle che in genere si sfoggiano in pagine come questa – ma esperienze professionali importanti.

L’esperienza professionale più lunga è stata fare l’autore della trasmissione televisiva Superquark: è cominciata nel 1994 ed è finita nel 2022. La scuola di Piero Angela mi ha insegnato la capacità di cogliere l’essenziale di ogni argomento, la sua chiave di lettura, l’idea o la spiegazione capace di dare un senso a tutto il resto. Ma soprattutto mi ha insegnato che anche gli argomenti più complessi e meno banali possono essere comunicati a tutti, perché possono diventare interessanti e appassionanti per tutti. Ci vogliono solo più lavoro e più creatività del solito.

Un grande filo conduttore della mia vita professionale è stato la comunicazione persuasiva dell’innovazione, quella che aiuta le persone a vincere l’inerzia dell’esistente e a scegliere soluzioni nuove e migliori. Per questo a un certo punto ho cominciato a vedere la comunicazione con una prospettiva più ampia, e mi sono rimesso a studiare: economia, psicologia, scienze cognitive, marketing, retorica. E ho sviluppato un metodo per affrontare i problemi di comunicazione che è al centro delle mie attività di consulenza e di formazione per istituti di ricerca, aziende e istituzioni culturali.

Siccome la curiosità non è mai venuta meno, alla comunicazione fatta di parole, o di parole e immagini, ho poi affiancato quella che sposa le parole agli oggetti, alle esperienze o alle opere d’arte. Così, dalle mostre di scienza a quelle di arte e scienza, sono passato anche al racconto dell’arte e della storia, perché il nostro patrimonio culturale possa nutrire la mente e la vita di tutti. Oggi infatti musei, luoghi storici, aree archeologiche non offrono quasi mai  questa esperienza.

In generale, io aiuto a risolvere problemi attraverso la comunicazione, scegliendo lo strumento migliore per spiegare cose complicate in modo tale che risultino chiare, interessanti e convincenti. E creando qualcosa che sia un passo avanti rispetto allo stato dell’arte.

Come lavoro?

Innanzitutto guardo l’argomento di cui mi devo occupare sia “da dentro”, cercando di comprenderlo il più a fondo possibile, sia “da fuori”, cercando ci capire come lo vedono gli altri, e cosa ci possono trovare di affascinate o di utile. Poi cerco una strada – una strategia di comunicazione – per unire il dentro con il fuori. Quindi immagino una soluzione concreta per costruire su questa strada un’esperienza: un testo, una presentazione, un video, una mostra, un evento, una campagna di comunicazione, qualsiasi cosa. E poi la realizzo, o aiuto a realizzarla.

Per questo oggi mi diverto ancora. Non solo perché continuo a soddisfare la mia curiosità, ma soprattutto perché aiuto gli altri a scoprire la loro.

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